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La semplicità della cucina contadina ternana: la frittata con gli “stricoli”

Perdersi nei sapori originali di Terni e negli insegnamenti delle nostre campagne.

La frittata con gli stricoli
La frittata con gli stricoli

Gli strigoli, in ternano ”stricoli”, sono semplicemente le foglie di una piantina che, guardandola, appare come un piccolo cespuglio con la chioma di un verde intenso e con un fusto centrale alquanto nodoso.

A Terni, con questa piantina, anzi, con le foglie di questa piantina, si prepara una saporita e gustosa frittata, per l’appunto,  “La frittata con gli stricoli”.

La modalità di preparazione è personale soltanto in pochissimi gesti o personalizzabile in qualche ingrediente.

Fondamentalmente la ricetta originale prevede che vengano messi gli strigoli, con olio e sale, nella padella ed, a seguire, si incorporino le uova, salate e “sbattute”, seguendo il procedimento classico della preparazione della frittata.

Personalmente io la preparo così: condisco gli strigoli con olio e sale in una terrina, dopo averli lavati ed averli scolati quanto basta.

A parte, sbatto le uova in un piatto cupo o fondo che dir si voglia, aggiungo un filo d’olio,  un pizzico di sale, un pizzico di pepe… (volendo anche due), poi aggiungo una discreta quantità di parmigiano, per insaporire maggiormente il composto, evitando, in precedenza, di eccedere con il sale.

Dopo aver amalgamato il tutto, aggiungo gli strigoli nel composto preparato con le uova.

Gli strigoli
Gli strigoli

Il passo successivo, ovviamente, è mettere dell’olio sulla padella e, dopo aver fatto innalzare la sua temperatura a sufficienza, versare il composto ed abbassare la fiamma al minimo.

Io, abitualmente, copro con un coperchio la padella, per far innalzare la temperatura dell’ambiente di cottura, pur mantenendo dolce la fiamma e sincerarmi così che si cuocia bene anche il cuore della frittata.

Controllando dai bordi che la frittata non si attacchi alla padella, a tempo debito, la giro con l’ausilio di un piatto e, rimettendola nella padella di cui sopra, facendola scivolare dal piatto stesso, cuocio il lato che, in precedenza, era in alto.

Non appena capisco che la frittata è cotta, in base alla colorazione ed alla croccantezza, la tolgo dal fuoco e la metto sul piatto di portata, per servirla ben calda.

La cucina ternana, come spesso accade, è fatta di cose semplici, ma come la gente che abita la nostra città, è piacevole e dal gusto sincero.

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