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Libero Liberati, il Ternano Volante sulla sua Gilera.

Il suo circuito d’allenamento era la Valnerina, ma il suo obbiettivo il Titolo Mondiale.

Libero Liberati
Liberati e Duke

“Ci siamo… E’ il momento di correre più forte di tutti, di dare tutto quello che abbiamo nel cuore… io e te… non tradirmi, seguimi, sarò io a dirti dove andare…” e poi sinistra, ancora a sinistra e dritto… staccata durissima  e giù a destra, con il cuore in gola, la giugulare gonfia di sangue e gli occhi incollati sul tracciato.

Liberati veniva chiamato il “Ternano Volante” ed il “Cavaliere d’Acciaio”, sia per sottolineare la rivalità con un altro grande campione di motociclismo, Duke, che era conosciuto come il “Duca di Ferro”, sia per evidenziare la sua appartenenza alla “città dell’acciaio”, Terni, la cui economia è in parte imperniata sulla produzione dell’acciaio.

Ma la curiosità più accattivante che ho scovato è che ben due delle moto che Liberati utilizzò per disputare le sue gare e compiere le sue gesta, furono comprate facendo una sottoscrizione pubblica, prima la Guzzi Dondolino e poi il Top di gamma, una Gilera 500, così da permettere al campione ternano di correre e tenere alto l’onore ed il nome di questa città.

E’ da sottolineare il fatto che parliamo di una città prevalentemente operaia e stretta nella morsa della fame, resa ruvida dalla seconda guerra mondiale che l’aveva distrutta, in buona parte, a causa dei numerosissimi bombardamenti, volti a distruggere la Fabbrica d’Armi, ma, evidentemente, tutte le sofferenze che i ternani avevano sopportato non l’avevano resa meno generosa.

Libero Liberati Campione
Libero Liberati Campione

Vinse due titoli Italiani, nel 1955 e nel 1956, ma nel 1951 già era considerato il miglior pilota di monocilindriche, tanto che la Gilera stessa gli affidò una sua moto per il Gran Premio delle Nazioni, in cui diede filo da torcere a Duke sulla Norton, a Lorenzetti sulla Guzzi ed ai suoi compagni di squadra, almeno fino a quando fu costretto a rallentare, lasciandoli sfilare.

Quando nel 1955 arrivò il suo primo titolo Italiano, ebbe un incidente in Germania, sempre su Gilera… impostando una curva, sbandò sulla pista bagnata… un mese di ospedale, ma la volontà, il coraggio e l’esperienza, nonostante l’avversione a correre sul bagnato, lo fecero migliorare in quelli che erano i suoi difetti.

Monza fu il teatro, nel 1956, della sua vittoria del secondo Titolo Italiano, ma fu nel 1957 che ad Hocknheim sbaragliò McIntire, a Belfast Surtees e Duke non ebbero storia ed a Monza fu incoronato Campione del Mondo.

Nel 1957 la Gilera organizzò anche un Tour in sud America, dove il Ternano Volante ebbe gloria a Buenos Aires ed a Montevideo… Quell’anno venne incoronato “Miglior Atleta dell’Anno” dall’Unione Stampa Sportiva Italiana.

Il 1957 fu un anno memorabile, nel bene e nel male, infatti, in Belgio, nonostante tagliò il traguardo per primo, venne squalificato per presunte irregolarità dai Commissati Tecnici, dovendo così cedere il podio a Jack Brett. Dovette attendere il 1958 per essere scagionato dalle accuse e vedersi riassegnare quella vittoria.

Sempre nel 1957, la Gilera, insieme a Guzzi e Mondial, abbandona il mondo delle Corse, siglando il “Patto di Astensione”, ma Liberati, essendo un buon meccanico, approntò una “Saturno” e corse da privato e nel 1961 arrivò quasi al Titolo Italiano.

Nel 1961 partecitò a 5 gare del Campionato Italiano Seniores, vincendo le gare di Genova e Monza, piazzandosi secondo a Cesenatico e terzo a Sanremo. Sfiorò nuovamente il Titolo Italiano delle 500.

Quando nel 1962 la Gilera torno nel mondo delle Corse, Libero Liberati si allenò per essere pronto a dare battaglia, ma rientrando nella sua amata Terni, su una delle meravigliose curve della Valnerina, perse il controllo della sua moto ancora a causa dell’asfalto bagnato, ma questa volta gli fu fatale.

Un simbolo indelebile della nostra città, tanto che è stata posta una targa in sua memoria, per motivi di viabilità, 50 metri dopo il luogo che ne vide la morte ed a lui è stato intitolato lo Stadio Comunale di Calcio.

Terni ha una discreta storia motociclistica e, nonostante non si trovi in Emilia Romagna, può vantare personalità come Liberati, ma anche come Pileri, come Giansanti ed oggi come Petrucci…

Non so, forse sono un po’ campanilista, ma per me che sono un appassionato di moto e della MotoGP, avere un ternano li in griglia di partenza, da un certo orgoglio e non potrò proprio pensare solamente al “Dottore”, ma dovrò fare assolutamente il tifo anche per “Daniletto de Polino”, che ho anche conosciuto di persona, ma questo ve lo racconterò la prossima volta!

 

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