Lo slogan di Gabriele Cirilli “Vojo tornà bambino!” divenne un vero e proprio tormentone, tanto da assurgere a vero e proprio modo di dire nella quotidianità italiana.
La spensieratezza, l’assenza delle problematiche che sembrano dover necessariamente affollare l’età adulta, la voglia incontenibile di divertirsi e la semplicità con cui si riesce a gioire, rendono realmente forte la tentazione di voler tornare bambini ed è comprensibile, anche se questo dejavu durasse solo per un’ora.
Domenica 22 Aprile 2018, stadio Renato Curi di Perugia, in una giornata calda di primavera è successo l’inimmaginabile ed è grazie ad una squadra, quest’anno molto criticata, che migliaia di ternani sono ritornati “bambini”, liberi di strillare, di gioire fino a perdere la voce, con gli occhi lucidi e tanta, tantissima voglia di far esplodere un cuore ricolmo di felicità.
Una partita incredibile in cui si sono affrontate due compagini con obbiettivi diametralmente opposti, il famoso Derby dell’Umbria, diventato, per la Ternana, una vera e propria impresa.
Come sempre, questo derby si è cominciata a giocare giorni e giorni prima, tra vignette e sberleffi a mezzo social, per poi proseguire sugli spalti, tra coreografie e cori, a volte anche molto coloriti, ma è stato il fischio d’inizio a trasformare la goliardia pre-gara, in adrenalina pura, mista a quel briciolo di paura per la possibilità paventata della sconfitta.
La Ternana, dal 2017 Unicusano, ha cominciato a portar palla, affrontando a viso aperto il Perugia, dimostrando da subito la giusta determinazione e la volontà di raggiungere un risultato che mancava, alla piazza ternana, da ben 27 anni, ma non tutte le ciambelle riescono col buco e, dopo un paio di affondi non concretizzati, due ingenuità della difesa rossoverde hanno permesso ai padroni di casa di capitalizzare i loro sporadici attacchi.
È stato un po’ come prendere uno schiaffo, al primo appuntamento, per un’avances inopportuna…
I 745 ternani, che affollavano il mini settore concesso alla tifoseria ospite, hanno continuato ad incitare la squadra, nonostante il comprensibile “scoramento” e sono stati di certo il dodicesimo uomo in campo, quell’elemento che ha dato la giusta carica alla squadra di Mister De Canio.
Defendi, Montalto, Tremolada, Carretta, Gasparetto, Favalli, Statella, Paolucci, Signori, Sala,Angiulli, Piovaccari, Rigione e lo stesso Martin Valjent, principale responsabile delle due reti subite, si sono aggrappati alla volontà di regalare una gioia ineguagliabile alla città di Terni e con impegno, bel gioco, grinta e tenacia, hanno accorciato le distanze, con la rete messa a segno da Tremolada.
Nella ripresa la musica è rimasta la stessa, anzi, è migliorata perché più trascorreva il tempo e meglio la Ternana amministrava la partita, fino ad arrivare al pareggio, al 52° della partita, con il gol di Adriano “Tagliagole” Montalto.
Un punto prezioso, da difendere anche con i denti, ma non era questo l’obbiettivo di Mr. De Canio e compagni; l’obbiettivo era regalare un sogno a tutta la città, dopo aver disputato un campionato ampiamente sotto le prospettive che il Patron Bandecchi auspicava per la Ternana e quindi, la partita è proseguita con “il coltello tra i denti” dei giocatori rosso-verdi, che, da vere e proprie Fere, hanno cercato, voluto e trovato il gol della vittoria, grazie alla doppietta di Montalto, al minuto 81.
I minuti successivi, dopo felicità pura della tifoseria rosso-verde, sono stati minuti logicamente interminabili; minuti in cui l’unico suono che si voleva percepire era il triplice fischio dell’arbitro, ma anche in questi 9 minuti finali, seguiti da ben 5 minuti di recupero, la Ternana ha giocato proprio come gioca una squadra padrona del campo.
Il resto? Si potrebbe dire semplicemente “è storia”, ma io voglio raccontare anche questa piccola parte del Derby; la parte in cui tremila persone, con sciarpe, maglie e bandiere, hanno aspettato il ritorno della squadra e dei tifosi in trasferta, davanti allo stadio Libero Liberati di Terni.
E’ stata un’attesa fatta di cori, abbracci e lacrime di gioia, un clima quasi surreale che, se visto da fuori, potrebbe far pensare ad una promozione di categoria, ad una qualsivoglia Coppa dei tornei più grandi ed, invece, era solamente la gioia di una città o di una parte di essa, che ha nel cuore le sorti di questa squadra; un po’ come se le sorti di questa squadra di calcio fossero legate alle sorti di una città che aspetta da tempo di poter rialzare la testa e, da ternano, posso dire che domenica è stato proprio così.
La squadra di Mr. De Canio ha interpretato la partita con lo spirito vero del ternano, quell’indole che da sempre, permette alla gente di Terni di essere messa in ginocchio, ma gli da la volontà di rialzarsi ed affrontare le difficoltà a viso aperto senza conoscere la parola “resa”.
A Terni, soprattutto nell’ambito calcistico, si dice “mai ‘na gioia”, ma questa volta la gioia è arrivata ed è stata talmente grande da ritagliarsi un bel posto negli annali del calcio Umbro.
Ci saranno altre 5 partite che determineranno la salvezza e la permanenza della Ternana in serie B o la sconfitta definitiva e la retrocessione, ma analizzando le ultime quattro gare disputate dalla compagine rosso-verde, la tifoseria ternana può sperare in un ennesimo miracolo ed in un nuovo campionato di cadetteria per il prossimo anno.
Ritornando alla domenica appena trascorsa, devo dire che è stato splendido trovarsi in mezzo alla folla, abbracciarsi e vedere gli sguardi lucidi e sbigottiti; è stato magnifico sentire e cantare a squarcia gola i cori dedicati alla squadra ed agli avversari, per render merito a questi ragazzi ed al Mister, che, quasi stupiti dall’accoglienza trovatasi davanti, sono scesi tra la folla, hanno acconsentito a fotografie, abbracci e strette di mano, fino a salire sul tetto del corridoio degli spogliatoi del Liberati e rimanere li a cantare e saltare con i tifosi.
Non ne sono certo, ma forse questo Derby non ha soltanto regalato a Terni ed ai ternani una grande gioia; domenica, forse, si è creato il vero legame tra squadra e tifosi, quel qualcosa che permetterà a tutti i giocatori della Ternana di comprendere, fino in fondo, che non di può perdere il treno che abbiamo a portata di mano, perché ora che hanno saggiato la gioia dei ternani, sanno anche quanto dolore potrebbero dispensare.
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